Le dichiarazioni del viceministro Rixi a Venezia sono l’ennesimo tentativo di scaricare responsabilità sulla “burocrazia”, evitando di guardare ai ritardi politici che in questi anni hanno paralizzato il funzionamento del porto commerciale e industriale.
Come CGIL Venezia è da anni che chiediamo certezze: certezze sul funzionamento del Porto, sulla salvaguardia ambientale e sulla continuità delle attività essenziali per la Laguna. Eppure da quattro anni il Ministero delle Infrastrutture non attua l’Autorità per la Laguna, un organismo indispensabile per programmare, autorizzare e coordinare tutte le attività. Un’Autorità che è ancora ferma al palo, lasciando quasi 200 lavoratrici e lavoratori nel limbo, senza sapere quale sarà il loro futuro professionale e mettendo a rischio servizi fondamentali, a partire da quelli legati alla salvaguardia.
Il risultato? interventi rinviati, incertezze operative e prospettive fosche per il Porto stesso. Altro che burocrazia: questo è il frutto di precise scelte politiche e di un’assenza di decisioni che dura troppo a lungo.
Se il viceministro vuole davvero “sburocratizzare” e aiutare Venezia, la prima cosa da fare – appena rientrato a Roma – è sbloccare immediatamente la costituzione e l’operatività dell’Autorità per la Laguna. Solo così potranno partire davvero le opere necessarie per mantenere vivo il Porto, tutelare la Laguna e garantire stabilità ai lavoratori che da anni attendono risposte.
Le parole servono a poco: Venezia ha bisogno di atti concreti, non di dichiarazioni a distanza. La città, il porto, gli operatori, le lavoratrici e i lavoratori non possono più aspettare.



