Rider, zona di consegna aumentata a Portogruaro

Dopo sei mesi, la situazione non è ancora cambiata per i rider di Portogruaro, tra lunghi tragitti e stipendi da fame.

Durante la primavera i rider del portogruarese avevano già segnalato l’estrema difficoltà che comportava svolgere questo lavoro in una zona di provincia molto estesa, portando all’attenzione di tutti la paga di una consegna con oltre 25 km di tragitto (sola andata). La situazione, da allora, non ha fatto altro che peggiorare.

“Durante l’estate la zona è stata estesa ulteriormente, nonostante le segnalazioni già inviate all’azienda, obbligandoci a percorrere distanze ancora più lunghe - dichiara Calogero Alonge, rider di Portogruaro - in questo modo i margini di guadagno per un rider sono rasenti allo zero”. Ad aggravare ulteriormente la situazione, la comparsa di alcuni ordini addirittura fuori dall’area di consegna: “Dal mese di ottobre abbiamo registrato diversi ordini da effettuare addirittura al di fuori dell’area di consegna, già di per sé estesa” continua il rider. Di questo passo non saremo più in grado di garantire il servizio di consegna dei prodotti”.

“È da maggio che denunciamo la situazione dei rider di deliveroo del portogruarese: la zona è troppo estesa. Ad oggi il tragitto da un estremo all’altro supera i 20 km. Gli incentivi che vengono solitamente applicati sono troppo sporadici e perdipiù non tengono in considerazione le peculiarità dei territori provinciali - commenta Marco Dario di NIdIL CGIL di Venezia - La maggiorazione notturna, per esempio, non viene mai applicata, dal momento che le attività commerciali chiudono prima di mezzanotte. Di fronte ad una retribuzione media di 960 euro al mese, se consideriamo la percorrenza mensile, di circa 5000 km, e le conseguenti spese di manutenzione dei mezzi, è evidente che l’attività non sia sostenibile”.

“Abbiamo richiesto per la seconda volta all’Azienda un incontro per ridimensionare l’estensione della zona, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta. Questa situazione dimostra ancora una volta come il modello di queste piattaforme continui a scaricare sui lavoratori i costi e i rischi dell’attività, senza alcun confronto preventivo o rispetto per i diritti delle persone coinvolte - conclude Marco Dario di NIdIL CGIL Venezia - Serve aprire un confronto immediato per tutelare il lavoro dei rider sul territorio, non è possibile che a pagare le conseguenze dell’espansione incontrollata della piattaforma siano i lavoratori”.