Le automobili del giornalista Sigfrido Ranucci e della figlia, parcheggiate davanti alla sua abitazione, sono esplose a seguito dell’innesco di ordigni, con danni gravi e pericolo di vita.
L’attentato, secondo quanto riportato, avrebbe potuto uccidere chiunque transitasse o si trovasse nelle vicinanze e rappresenta un gesto gravissimo e intimidatorio.
Le indagini sono state assunte dalla Procura DDA/Antimafia, con l’ipotesi di danneggiamento aggravato con metodo mafioso.
In un contesto democratico, i giornalisti che lavorano per il servizio pubblico — come Ranucci ha fatto nella conduzione di Report — svolgono una funzione cruciale di controllo, trasparenza, denuncia e responsabilità nei confronti della società e delle istituzioni.
Un attacco così eclatante non colpisce soltanto la persona coinvolta ma mira a intimidire l’intera categoria giornalistica e la libertà di stampa, contribuendo a un clima di autocensura e timore.
È compito delle organizzazioni sindacali, dei corpi intermedi e delle istituzioni democratiche difendere chi esercita il diritto della critica, dell’inchiesta e della libera informazione.
L’Assemblea Generale chiede:
Che la Rai sostenga pienamente il lavoro di giornalisti impegnati in inchieste che tutelano l’interesse pubblico, garantendo condizioni di sicurezza, autonomia editoriale e protezione contro interferenze e minacce.
Alle istituzioni competenti di attivarsi senza indugi per assicurare protezione e sicurezza a Ranucci e ai suoi familiari.
A tutte le categorie di diffondere questa presa di posizione tra le lavoratrici e i lavoratori al fine di rafforzare il sostegno a Ranucci e a tutti i giornalisti, che lavorano per difendere e tutelare il servizio pubblico come strumento di presidio essenziale per la difesa della nostra democrazia.



