Ospedale di Mestre: senza lavoratori restano solo i muri

58 milioni per l’ampliamento dell’ospedale di Mestre sono certamente un’ottima notizia - dichiara Ivan Bernini, Segretario generale FP CGIL Venezia. Non possiamo dimenticare, però, che senza il potenziamento quantitativo dei professionisti della salute,

corriamo seriamente il rischio che rimangano solo i muri. Servono investimenti sul lavoro nel sistema salute, nei servizi e nella loro distribuzione omogenea all’interno dell’intero territorio veneziano. 

Non possiamo ridurre il futuro della salute dei cittadini a un mero elenco di cantieri e opere murarie, mentre chi ogni giorno garantisce cure e assistenza continua a lavorare in condizioni sempre più difficili. Auspichiamo veramente - pur considerando la legittima soddisfazione degli addetti ai lavori - che non accada quanto già verificatosi in passato con il progetto di finanza. In quell’occasione, oltre a indebitarci per decenni, non si sono previsti (diversamente non ci sarebbe stata la necessità dell’Angelino) alcuni spazi essenziali per la sanità di Mestre, che recuperiamo oggi a distanza di quasi 25 anni.

Serve tuttavia fare attenzione affinché questa operazione non porti all’impoverimento di altre strutture e servizi nel rimanente territorio della provincia veneziana. Per questo riteniamo che serva concretamente, accanto agli investimenti edilizi, un piano organico che rilanci la salute nel territorio metropolitano, ormai a rischio di declassamento rispetto alle altre province venete come mai era accaduto nel passato.  

Se non si invertirà la rotta – continua Bernini – i veneziani saranno sempre più costretti a spostarsi altrove per curarsi, con costi, disagi e disuguaglianze che non possiamo accettare. È tempo di mettere al centro i bisogni delle persone e la dignità dei lavoratori, e non solo i metri quadri di nuove strutture.

La FP CGIL - conclude Bernini - ribadisce quindi l’urgenza di un confronto vero con Istituzioni e Aziende Sanitarie per un piano complessivo di investimenti che dia risposte ai cittadini e valorizzi chi lavora nella sanità pubblica, senza lasciare Venezia e la sua provincia indietro.