La carenza di personale nei servizi di navigazione non è una sorpresa, ma il risultato di anni di politiche che hanno reso sempre meno attrattivo il lavoro pubblico locale.
Il problema non è solo la formazione o i tempi per ottenere le abilitazioni: il vero nodo sono i bassi salari e il costo della vita a Venezia. Più volte abbiamo segnalato che servono maggiori incentivi e una reale valorizzazione della qualità del lavoro. In città, dove il prezzo degli affitti e della vita è insostenibile, è impensabile che si possa trattenere personale senza un adeguato riconoscimento economico.
Altre aziende pubbliche – come avviene a Milano – riconoscono contributi alloggio a chi lavora nei servizi essenziali: servono misure analoghe sempre più urgenti. Il rischio oggi non è solo quello di non trovare nuovi autisti o marinai, ma di perdere le professionalità già presenti in azienda, con conseguenze gravi sulla qualità del servizio pubblico.
A tutto questo si aggiunge un clima di crescente insicurezza e aggressioni ai danni dei lavoratori, che rappresenta un ulteriore fattore di abbandono e demotivazione. La situazione della navigazione non è isolata: anche le aziende dei rifiuti e più in generale tutti i servizi pubblici soffrono per salari bassi, carichi di lavoro elevati e condizioni sempre più difficili.
Serve un piano straordinario per rendere attrattivo il lavoro pubblico locale, migliorare i salari, garantire sicurezza e stabilità. Senza queste misure, Venezia rischia di restare senza i lavoratori che ogni giorno sono essenziali per mantenerla viva.



