L’operazione di fusione tra IPAV e Istituzione Veneziana è senza dubbio un passaggio positivo che può rafforzare il sistema pubblico di assistenza nella nostra città.
Ma questa scelta deve diventare l’occasione per aprire una nuova fase, capace di rilanciare IPAV mettendo davvero al centro la qualità dei servizi agli anziani e la qualità del lavoro di chi ogni giorno li garantisce.
Come CGIL Venezia, SPI e FP, riteniamo che sia necessario presentare al più presto un nuovo piano industriale che definisca in modo chiaro obiettivi e priorità: investimenti nei servizi, riduzione delle rette a carico delle famiglie, e valorizzazione del personale. Un piano che non guardi solo ai bilanci ma che ponga al centro le persone, le lavoratrici e i lavoratori, gli anziani e le loro famiglie.
Oggi la grave carenza di personale sta mettendo in discussione la qualità dell’assistenza, la possibilità di avere carichi di lavoro sostenibili e condizioni di lavoro accettabili. Sono costanti le segnalazioni che riceviamo di condizioni di lavoro difficili e che devono necessariamente essere affrontate o queste operazioni rischiano solo di far quadrare i conti sulle spalle di lavoratori e anziani.
Serve inoltre massima trasparenza nella gestione del patrimonio immobiliare, che rappresenta una leva strategica non solo per la sostenibilità economica dell’ente, ma anche per politiche sociali innovative: ad esempio, per offrire soluzioni abitative ai lavoratori che si trasferiscono a Venezia, contrastando una delle principali cause della carenza di personale nei servizi pubblici.
Per questo chiediamo che si apra una regia unica tra IPAV, Comune di Venezia, ATER e ULSS, capace di integrare politiche abitative, assistenziali e sanitarie. Nel nuovo piano industriale deve essere ricompreso anche il ruolo della Fondazione Venezia, valorizzando il contributo essenziale delle lavoratrici e dei lavoratori e costruendo vere sinergie sull’assistenza agli anziani.
Il progressivo aumento dell’età media a Venezia e l’alta presenza di nuclei familiari singoli impongono una riflessione seria sul futuro dell’assistenza: servono più risorse pubbliche e una governance condivisa per evitare che i costi di questa transizione gravino solo sugli anziani e sulle loro famiglie. Come CGIL Venezia, insieme a SPI e FP chiediamo che le istituzioni locali e regionali sollecitino IPAV a presentare un piano organico di sviluppo su cui aprire un confronto pubblico, trasparente e partecipato, per costruire il futuro della qualità dell’assistenza nella nostra città.



