I primi dati INPS del 2025 (gennaio - giugno), mostrano un calo delle assunzioni nella provincia di Venezia. In particolare si conferma il trend della diminuzione dei contratti a tempo indeterminato (cessazioni record, assunzioni ai minimi). Crescono gli stagionali e i contratti a chiamata.
Sempre più precari, sempre più poveri. Non ci stupisce la continua diminuzione delle forme di lavoro più stabili, i contratti a tempo indeterminato e i contratti di apprendistato. La novità del 2025 è la frenata anche delle nuove assunzioni a tempo determinato, forma contrattuale che negli ultimi anni vedeva una continua crescita. Continua l’ascesa della precarietà come standard del mercato del lavoro veneziano, con l’impennata dei contratti stagionali e il ricorso sempre più stabile di lavoratrici e lavoratori somministrati e a chiamata.
| Tipologia contrattuale (dati 2023) | Tempo indeterminato | Tempo determinato | Stagionale | Chiamata | Somministrati | 
| Numero lavoratori nell'anno | 201708 | 63398 | 31217 | 20252 | 18033 | 
| Retribuzione pro capite | 27933 € | 11503 € | 9410 € | 2462 € | 8377 € | 
Non è solo la precarietà a preoccuparci quanto il fatto che la discontinuità lavorativa porta a retribuzioni complessive sempre più basse. Analizzando i dati dell’ultimo anno disponibile (2023), abbiamo la possibilità di comprendere cosa comportino le differenze della tipologia di contratto sulla retribuzione media: ad un contratto a tempo indeterminato corrisponde una retribuzione media di 27.933€ lordi all’anno, mentre sempre nel 2023 i 63.398 lavoratori a tempo determinato ne portavano a casa solo 11.500€, e ben 69.502 lavoratrici e lavoratori (tra stagionali, con contratti a chiamata e in somministrazione) stavano sotto alla soglia dei 10.000€.
Da anni ormai sentiamo ripetere come un mantra la narrazione del record occupazionale. La situazione è critica e Governo, Regione e Comune di Venezia possono e devono intervenire. Dire che va tutto bene serve solo a nascondere gli errori fatti e l’incapacità di mettere in campo politiche in grado di sostenere l’economia e il lavoro del Territorio. Serve rilanciare il tessuto produttivo e industriale della provincia, differenziare le attività ormai compresse sul solo settore turistico, fermare la speculazione che investe Venezia, contrastare l’estrazione di enormi risorse che non vedono poi alcuna redistribuzione nel territorio e tra le lavoratrici e i lavoratori.




