Ringraziamo la Prefettura per aver risposto positivamente alla richiesta della CGIL Venezia di convocare un tavolo specifico sull’emergenza caldo nei luoghi di lavoro.
È un passo importante, perché il tema non può più essere ignorato alle porte di un’estate che sin dall’inizio sembra mostrare temperature eccezionali, mettendo a rischio la salute e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori.
Come sempre, la Regione non mette al centro la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. È un fatto innegabile che si tratti di una delle principali cause di infortuni e malori in questi giorni, spesso aggravati da condizioni di precarietà e da una scarsa applicazione delle norme. Bisogna agire subito, senza attendere l’ennesima tragedia in cui mostrare cordoglio, per tutelare la salute di lavoratrici e lavoratori costretti a convivere in questi giorni con temperature estreme.
Come CGIL, chiediamo misure immediate e concrete. Chiediamo indicazioni chiare per imprese e lavoratori, controlli rigorosi e un impegno vero delle Istituzioni, a partire dalla Regione Veneto. Pensiamo a strumenti come la cassa integrazione straordinaria, che deve poter essere applicata con le massime agevolazioni burocratiche. La salute nei luoghi di lavoro non può essere sacrificata in nome della produttività a tutti i costi.
Sono tante le lavoratrici e i lavoratori che attendono risposte. Sono sotto gli occhi di tutti, tra questi, quelli che lavorano sotto il sole nelle strade, in agricoltura, in edilizia, nelle grandi opere come il Bosco dello Sport. Ma ci sono molti altri settori, meno evidenti, costantemente sottoposti al calore: la logistica, le attività portuali, attività produttive, attività specifiche e servizi fondamentali come la raccolta dei rifiuti. Serve fare una valutazione puntuale delle soluzioni che possono essere adottate caso per caso.
Venerdì in Prefettura potremo questi temi con l'obiettivo di assumere un orientamento tra tutte le parti che indichi chiaramente la necessità di tutelare, prima di tutto, la salute di chi lavora.