Assemblee in Questura e Prefettura

Nidil Cgil Venezia e Felsa Cisl Venezia si mobilitano e lanciano assemblee in questura e prefettura, dopo la decisione delle agenzie Adecco e Randstad di presentare ricorso al Tar del Lazio per annullare la proroga tecnica indetta dal Ministero dell’Interno per i 1200 lavoratori somministrati presenti negli uffici territoriali di tutto il Paese. 

Per questo, i sindacati hanno già proclamato uno stato di agitazione cominciato a fine maggio, ma per lunedì 23 giugno sono previsti presidi a Milano e Napoli davanti alle sedi legali delle due agenzie. «Troviamo inaccettabile – spiegano in una nota i rappresentanti di Nidil Cgil Venezia e Felsa Cisl Venezia – il comportamento di Adecco e Randstad, che all’improvviso decidono di lasciare a casa migliaia tra lavoratrici e lavoratori somministrati. La loro attività garantisce un servizio essenziale per il godimento dei diritti civili e sociali della persona straniera sul nostro territorio. Si tratta di un importante presidio di legalità, senza il quale i procedimenti amministrativi legati all’immigrazione, avrebbero tempi inaccettabili per un paese civile che vuole evitare condizioni di semi clandestinità delle persone migranti rendendole ancora più esposte ad ogni tipo di fragilità. E ci riferiamo, soprattutto, al rilascio dei permessi di soggiorno e il loro rinnovo. Ma non solo. Per capire la portata della mancata proroga, dall’1 luglio cesserebbe l’emissione di pratiche come la conversione dei permessi di soggiorno, i ricongiungimenti familiari, i primi ingressi e le conversioni domande. Dall’inizio del 2025 le conversioni di permesso di soggiorno in attesa sono 1203, le procedure per i flussi sono a quota 2000, mentre i ricongiungimenti familiari dal 2024 ad oggi sono ancora 800: una cifra notevole, indicativa di quanto sia indispensabile l’apporto di questi lavoratori. Paradossale che spesso gli stessi lavoratori somministrati si trovino a formare i neoassunti dal Ministero: già questo fatto spiega bene quanto queste figure siano indispensabili e inserite nel proprio luogo di lavoro, nonostante la loro condizione di precarietà». 

«Se si guarda al territorio veneziano vi è una difficoltà ulteriore dettata dalla carenza di personale, ad oggi pari al 57% rispetto al fabbisogno totale. Fatto che non stupisce vista la scarsa accessibilità del luogo di lavoro e al costo della vita sempre in aumento».

«Per il mantenimento di questo importante servizio – continuano le due sigle sindacali – ci appelliamo anche a tutte le associazioni di categoria (Confindustria, Aepe, Confcommercio e così via) perché il mancato rinnovo del contratto comporterà un ulteriore rallentamento dell’attuazione del decreto flussi che vede già un arretrato di due anni». 

Nidil Cgil Venezia e Felsa Cisl Venezia chiedono interventi urgenti e proprio questa mattina sono state ricevute dal prefetto di Venezia, Darco Pellos, insieme ai somministrati della Prefettura, dove è stato ribadito il rischio che questo servizio sta correndo. Il Prefetto si è detto disponibile ad inviare una lettera al Ministero che tenga conto di quanto segnalato dalle due sigle ed evidenziando il rischio di una paralisi dello sportello unico immigrazione.