Sanità - vicini al punto di non ritorno

Resta estremamente critica la situazione delle liste d’attesa, come sottolineato anche dal Presidente dell’Ordine dei Medici, Giovanni Leone. La situazione, nel veneziano, presenta criticità vicine al punto di non ritorno.

Medici, infermieri, operatori socio sanitari, personale di radiologia, tecnici e amministrativi, personale occupato nei servizi non sanitari, e tutte le cittadine e cittadini: nessuno si salva dall’assedio alla nostra sanità pubblica.

Dalla Regione e dalle Direzioni delle ULSS continuano ad arrivare proclami: va tutto bene. Nel mentre i cittadini non riescono ad accedere alle visite in tempi congrui, ed il personale, che lavora in condizioni sempre più dure, quando può, se ne va nel privato. Ci risulta una magra consolazione, tutta da verificare,  che quasi tutte le prescrizioni di tipo A, quelle entro i dieci giorni, vengano svolte nei tempi. Il sistema di erogazione delle prestazioni dovrebbe garantire i tempi massimi, le priorità, non un’indicazione da sforare puntualmente.

Come abbiamo già denunciato, la nostra Provincia vive un serissimo problema di mobilità sanitaria verso altri territori. Nell’ULSS Euganea si arriva a 12.295.637 euro con un incremento rispetto al 2021 di 826.135 euro, con 2921 ricoveri in aumento di 245. Nell’Azienda Ospedaliera di Padova si arriva a 21.833.731 con un incremento di 823.519 euro con 4.609 ricoveri e un incremento di 126. Nell’ULSS della Marca Trevigiana si arriva a 14.212.611 euro con un incremento di 1.134.564 e i ricoveri sono 3.302 in aumento di 381. Nell’ULSS Polesana si arriva a 5.478.933 con un incremento di 158.898 e con 1.253 ricoveri in aumento di 133. 

Dati oltremodo preoccupanti, che dimostrano come i Veneziani vadano in province limitrofe a curarsi perché non riescono a trovare sempre risposte adeguate ai loro bisogni di salute nel territorio veneziano. 

Il personale sanitario, vittima della grave carenza degli organici, si trova poi a dover affrontare le preoccupazioni, e anche il nervosismo, di pazienti che hanno dovuto attendere per mesi di essere presi in cura per ciò che gli è stato prescritto. L’attesa di una visita o di un esame rappresenta quasi sempre un’occasione di forte stress, anche quando non viene considerata urgente e alcune volte questo può portare a fenomeni di violenza, non solo verbale, nei confronti del personale. 

La soluzione che attua la Regione di aumentare le prestazioni del personale in servizio non fa altro che sovraccaricare ulteriormente chi oggi è già allo stremo delle forze. A questo si aggiunge la perdurante presenza di Cooperative che come più volte abbiamo sottolineato non possono offrire un servizio adeguato, specialmente per i continui cambi di personale. 

Siamo ormai nel vortice di un circolo vizioso che va fermato in cui le liste d’attesa forzano i cittadini a rivolgersi al privato, che continua così a drenare personale alla sanità pubblica. A scontare i costi di questo sistema sono le persone più fragili, che non possono permettersi il privato, e i contribuenti, che si trovano così a pagare il doppio per la propria salute: prima con le tasse, e poi con i costi della sanità privata.

Deve essere preso in considerazione anche il quadro demografico, che ci indica in modo chiaro come nei prossimi anni aumenterà in modo consistente il numero degli anziani. Un dato assolutamente positivo, ma che richiede si tenga conto di come proprio le persone in età più avanzata siano maggiormente bisognose di cure.

È evidente come, per risolvere il problema sia necessario procedere all’assunzione di nuovo personale e  rendere più attrattivo l’esercizio delle professioni sanitarie nel sistema pubblico.  Il Governo non ha stanziato adeguate risorse per il rinnovo dei contratti, che infatti sono fermi al palo. Si tratta  quindi di fare scelte diverse per rivedere le retribuzioni, di tutto il personale, ma soprattutto di adeguare gli organici al carico di lavoro, una lezione rimasta incompresa dei periodi più intensi della pandemia.

Ne La Nuova di Venezia e Mestre del 9 gennaio, l'articolo con l'intervento di Daniele Giordano, Segretario generale CGIL Venezia; Daniele Tronco, Segretario generale SPI CGIL Venezia e Marco Busato, Segretario generale FP CGIL Venezia.