Il 23 gennaio, si terrà alle 15.30 all’Hotel Bologna una conferenza organizzata da SUNIA Venezia, CGIL Venezia e APU dal nome “una casa per tutte le genti”. I temi affrontati saranno quelli della casa e dell’abitare.
Aprirà i lavori Emilio Viafora, Segretario generale del SUNIA Veneto, interverranno la Segretaria generale del SUNIA Venezia Ivana Rossi, il Segretario generale CGIL Venezia Daniele Giordano, il Presidente di ATER Venezia Fabio Nordio, il Segretario generale SPI CGIL Venezia Daniele Tronco, il Sindaco di San Donà di Piave Alberto Teso, il Presidente ASPPI Venezia Giorgio Chinellato, la Segretaria generale SICET Venezia Victoria Pistol, il Presidenti USPPI Venezia Valerio Lastrucci, il Presidente UNIAT Veneto Igor Bonatesta, il Vicepresidente Confedilizia Venezia Giampaolo Zane. Concluderà i lavori il Segretario Generale SUNIA Nazionale Stefano Chiappelli.
Dal 2017 al 2024, il costo degli affitti nella provincia di Venezia è aumentato di quasi il 50%. Per le lavoratrici e i lavoratori è diventato quasi impossibile accedere al mercato delle locazioni, e spesso è difficile accedere a quello delle compravendite. Le conseguenze comportano anche una importante carenza di lavoratrici e lavoratori, anche pubblici, che di fronte ai prezzi dell’abitare scelgono di non vivere a Venezia e nella provincia.
Ancor più grave è la situazione se la raffrontiamo alla situazione del patrimonio pubblico, che nel nostro Territorio è particolarmente ricco. Dei 9750 alloggi ATER della provincia, il 24% risulta sfitto, quando nel 2010 la quota di abitazioni sfitte era di solo il 5,6%. A questi si aggiungono più di 5.300 alloggi del Comune di Venezia, di cui il 20% circa risulta sfitto. Con OCIO, abbiamo avviato una indagine sulla qualità dell’abitare nel patrimonio pubblico, per comprendere anche quale sia la condizione dell’abitare oggi.
Le ragioni di una simile quota di abbandono sono politiche, serve rivedere le scelte politiche della Regione sulla casa. Serve costruire un piano per la casa nel nostro Territorio. Il mercato non può essere dominato da fondi privati e soggetti speculativi. Servono risorse pubbliche nazionali, regionali, serve ripensare il welfare aziendale nella contrattazione.